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Europellum

Presentare la nuova legge elettorale come una forzatura antidemocratica potrebbe sembrare un film scontato e anche già visto. Da oggi In Italia abbiamo il “proporzionale con quota uninominale e obbligo di inciucio”, definito dagli attenti commentatori alla camera “rosatellum”, ma, anche “merdinellum”, tuttavia questo non è che lo specchio di quello che sta accadendo negli scenari politici in tutta Europa. Cosa volete che sia una legge elettorale “a cazzo” di fronte ad una Catalogna che, davanti ad una Unione Europea attonita non sa se dichiarare l’indipendenza o no, cosa volete che sia una legge elettorale di fronte ad un referendum in Lombardia e Veneto che decidono di tenere i soldi della loro raccolta fiscale soltanto per loro, evitando redistribuzioni? Noi con Salvini, mentre si organizza l’orgia dell’antidemocrazia in Parlamento, fa spallucce e, dopo avere organizzato una battaglia contro la Trojka e la Germania per la redistribuzione delle risorse in sede Europea, in Italia cerca di eliminare la redistribuzione economica, venendo meno ad un principio Costituzionale; a Milano sui referendum minimizzano, ma è normale che una forza politica che si organizza questo doppio registro sovranista/secessionista voti a mani basse il “rosatellum”.

A mio avviso la distribuzione delle risorse al fine garantire educazione e medesimo accesso a servizi vitali è parte del concetto di uno Stato. Senza di questo, lo Stato non è più, diventa come l’ONU oppure la NATO, delle organizzazioni che non sono altro che una raccolta di fondi pubblici collezionati tra loro da varie parti per accentrare determinate deleghe istituzionali. La Rivolta di queste importanti aree del continente europeo, che sia indipendentista o fiscale, che sicuramente sono le migliori aree produttive all’interno dei cosiddetti PIIGS è decisamente la notizia del momento, e traccia un segnale molto chiaro, oltre che funesto, ai nostri territori, per la cronaca, anche essi parte integrante dell’Unione Europea, solo sulla carta, naturalmente.

Noi che facciamo? Restiamo a guardare? Aspettiamo che Luigi di Maio disegni per noi campani un nuovo, luminoso futuro? O Aspettiamo che il luminoso futuro promessoci da De Luca o De Magistris diventi realtà davanti ai nostri occhi grazie a due fermate della metro che metro non è? La Storia va avanti e il momento delle decisioni importanti è arrivato. Il fatto che il Sud debba reagire con determinazione e con tutte le sue forze non è più derogabile e non importa quale sarà la matassa elettorale che la Corte Costituzionale avrà in compito di sbrogliare. Gli altri vanno avanti, anche se noi tendiamo come nostro solito a temporeggiare. Una nuova tavola sta per essere apparecchiata e verranno serviti ad essa nuovi ruoli e nuovi diritti, questi ultimi sicuramente ridimensionati, sta a noi capire se vogliamo fermarci all’antipasto, sederci al pari di tutti, o mangiarci i loro avanzi.

Davide Gatto

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